ELENA PROLA, Milano, 1970
BIOGRAFIA
Elena Prola è una fotografa ritrattista che esplora il potenziale radicale delle soglie attraverso ricerche su identità e trasformazione, mettendo in dialogo i soggetti con lo spazio che abitano.
Fiancheggia quella dissonanza – fragile e spesso indicibile – per tentare di restituirne la complessità. Dal 2018 si occupa di progetti a lungo termine sul rapporto uomo-natura e la visione antropocentrica.
Nel 2024 è stata selezionata per il programma biennale di fotografia autoriale The Soul and the Machine di Nausicaa Giulia Bianchi.
E’ DA STESI CHE SI VEDONO LE NUVOLE
E se non ci fosse sempre bisogno di reggere il mondo, ma solo di lasciarsi toccare dalle nuvole? Questa domanda nasce da una riflessione sull’adolescenza, intesa come un tempo in cui, senza saperlo, si abita una postura diversa da quella adulta: più bassa, più obliqua, più vulnerabile. Realizzato tra il 2024 e il 2025 a Sesto San Giovanni, città lombarda storicamente conosciuta come la “Manchester d’Italia”, il progetto si radica in un territorio segnato da una forte identità industriale e da una lunga tradizione di lotta operaia. Il Carroponte, struttura monumentale un tempo utilizzata per sollevare acciaio, è oggi riconvertito in spazio culturale, teatro di concerti e performance notturne. Ma è di giorno che questo luogo racconta qualcosa di invisibile: si svuota, si acquieta, e svela una dimensione più intima. Sdraiati sull’erba, appoggiati ai bordi di un palco vuoto, sparsi tra angoli silenziosi, questi corpi sembrano abbandonare l’asse verticale della prestazione, cercando un’altra postura: più prossima all’altro, più in ascolto. Capace di tracciare una geografia comune, come fa la natura al cospetto del cielo. L’indagine sul luogo e su chi oggi lo abita, prova a costruire un ponte con la memoria: un’eco della storia operaia che può trovare un nuovo linguaggio, mostrando una resistenza silenziosa, personale, che dialoga con quella collettiva del passato, alla ricerca di un’altra inclinazione.
“[…] solleviamo i piedi anche solo qualche centimetro sopra il pavimento […], cessiamo di essere soldati nell’esercito dei verticali; diventiamo disertori. […] capaci di guardarci attorno, di guardare in alto, di guardare, per esempio, il cielo.” [On Being Ill, Virginia Woolf]